Lo spurgo delle fosse biologiche è un’operazione fondamentale per garantire il corretto funzionamento dell’impianto fognario di abitazioni, condomini e aziende non collegate alla rete fognaria pubblica. Una manutenzione regolare della fossa biologica permette di evitare inconvenienti come cattivi odori, intasamenti delle tubature e fuoriuscite di liquami, che possono causare gravi problemi igienico-sanitari. Spesso, la mancanza di una corretta gestione porta a malfunzionamenti che richiedono interventi urgenti e costosi. Conoscere le procedure di spurgo e capire quando è necessario intervenire aiuta a preservare la funzionalità dell’impianto e a garantire la sicurezza ambientale.
Cos’è lo spurgo delle fosse biologiche
Le fosse biologiche, note anche come fosse settiche, sono impianti destinati alla raccolta e alla parziale depurazione delle acque reflue domestiche. Con il tempo, i residui solidi e il materiale organico tendono ad accumularsi, riducendo l’efficacia del sistema e aumentando il rischio di intasamenti e cattivi odori. Lo spurgo è il processo di svuotamento e pulizia della fossa per rimuovere i fanghi e garantire il corretto funzionamento dell’impianto.
Come funziona lo spurgo
Lo spurgo delle fosse biologiche viene eseguito da aziende specializzate che utilizzano autospurghi, ovvero automezzi dotati di pompe e serbatoi per l’aspirazione dei liquami. Il processo si articola in diverse fasi:
- Aspirazione dei liquami e dei fanghi – Tramite pompe ad alta potenza, il materiale accumulato viene rimosso dalla fossa e trasferito nel serbatoio del camion.
- Lavaggio delle pareti della fossa – Si utilizza acqua ad alta pressione per eliminare eventuali incrostazioni e depositi residui.
- Controllo delle tubature – In alcuni casi, vengono eseguite ispezioni con videocamere per verificare la presenza di ostruzioni o danni alla rete fognaria.
- Smaltimento dei rifiuti – I liquami aspirati vengono trasportati in appositi impianti di depurazione autorizzati, rispettando le normative ambientali.
Ogni quanto fare lo spurgo della fossa biologica
La frequenza dello spurgo dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione della fossa, il numero di utenti e il tipo di utilizzo. In generale, si consiglia di effettuare lo spurgo:
- Ogni 1-2 anni per abitazioni private con un utilizzo standard.
- Ogni 6-12 mesi per condomini e strutture con un maggior numero di utenti.
- Più frequentemente per aziende e attività commerciali che producono un elevato volume di reflui.
Interventi periodici prevengono problemi come cattivi odori, intasamenti e fuoriuscite di liquami, evitando costose riparazioni e rischi per la salute.
Segnali che indicano la necessità di uno spurgo
Oltre alla manutenzione programmata, ci sono alcuni segnali che indicano la necessità di un intervento urgente:
- Cattivi odori persistenti vicino alla fossa biologica o agli scarichi domestici.
- Scarichi lenti o bloccati nei lavandini, WC e docce.
- Rigurgiti di liquami nei sanitari o nei pozzetti di ispezione.
- Presenza di acqua stagnante o fuoriuscita di liquami nel terreno circostante.
Se si riscontrano questi problemi, è fondamentale contattare tempestivamente un’azienda specializzata, come Viterspurgo e Vitermental S.N.C., specializzati nella manutenzione e pulizia delle fosse biologiche, per evitare danni e disagi maggiori.
Lo spurgo delle fosse biologiche è un’attività essenziale per mantenere efficiente il sistema di smaltimento dei reflui domestici e industriali. Programmare interventi periodici e affidarsi a professionisti qualificati consente di prevenire problemi igienico-sanitari e garantire il rispetto delle normative ambientali. Se noti segnali di malfunzionamento o non ricordi l’ultima manutenzione effettuata, è il momento giusto per prenotare uno spurgo.